Esperienze con Sceloporus malachiticus 

 

 di Domenico de Virgilio

 
 

Il mondo dei rettili esercita da sempre sentimenti contrastanti d’attrazione o repulsione. In ogni caso molte specie sono allevabili nei terrari, dove si possono osservare le differenti abitudini di vita con particolare dovizia di particolari.

 

CARATTERISTICHE

D’aspetto poco fiducioso, testa massiccia e moderatamente depressa, un corpo robusto rivestito di squame embricate e fortemente carenate, i sauri del genere Sceloporus sono presenti in tutto il territorio degli Stati Uniti, dalle pianure fino a 4.000 metri d’altitudine. Sono sauri terricoli, appartenenti alla famiglia Iguanidae, di modeste dimensioni (10-30 cm), con coda slargata alla base che va assottigliandosi verso l’estremità. La colorazione delle parti superiori è verde malachite, donde il nome, con alcune macchie e fasce trasversali scure sul dorso e sulla coda. I maschi hanno la gola marmorizzata di celeste e i lati dell’addome bluastri, mentre le femmine sono caratterizzate da una pigmentazione arancione sui fianchi e sul collo. Se allevati in modo opportuno, questi animali sono molto robusti e, allo stesso tempo, molto interessanti dal punto di vista “etologico”. Infatti molte delle specie sono ovipare, altre sono vivipare. Proprio a quest’ultima categoria appartiene la specie in questione.

 

 

IL TERRARIO

Inoltre, a seconda della provenienza della specie, deserticola o di pianura, occorre scegliere un idoneo allestimento del terrario nonché un diverso “habitat” per far mostrare loro tutta la loro bellezza. 

Il terrario dove ospito una coppia di Sceloporus malachiticus misura 50x50x45x cm ed è realizzato in vetro con apertura per l’areazione attraverso grate poste sia ai lati, che nella parte superiore del coperchio.

Una raccomandazione vorrei fare in merito alla chiusura non “ermetica” del terrario: la presenza di buchi non protetti può essere causa di fughe, spesso fatali per gli animali.

 

ILLUMINAZIONE E RISCALDAMENTO

L’impianto d’illuminazione è costituito da una lampada ad incandescenza di 25 W, posta su un lato in alto del terrario, da una roccia riscaldante situata dalla parte opposta da 15 W e da un neon UV-B acceso 12 ore il giorno, molto importante sia per il mantenimento dei colori sia per l’assorbimento del Calcio. La temperatura del terrario durante il giorno si avvicina ai 32°C in prossimità della lampada e a 26-27°C vicino alla roccia riscaldante, mentre durante la notte scende a 24-25°C.

 

L’ARREDAMENTO

L’arredamento del terrario è strutturato in maniera tale da rispettare le esigenze degli animali e di ricreare, per quanto possibile, il loro ambiente naturale, affinché possano vivere senza essere sottoposti a continui stress. Dato che questi animali vivono, in genere, in ambienti quasi aridi o comunque con una scarsa vegetazione ho sistemato diversi tronchi in modo da formare una piccola caverna dove possano rifugiarsi. Il fondo è costituito da argilla espansa frammista a ghiaietto di grossa granumelotria, molto pratica e allo stesso tempo igienica. Una piccola ciotola piena d’acqua posta ad una estremità del terrario assicura il fabbisogno idrico di tali sauri.

 

L’ALIMENTAZIONE

Dopo un periodo d’ambientamento, che varia secondo i soggetti a causa di probabili erronee catture, Sceloporus malachiticus che, in natura, si ciba d’insetti e aracnidi, in terrario si adatta a mangiare anche cibo inerte, come piccoli pezzetti di carne. E’ bene comunque tenere in considerazione che, in quanto predatori, bisognerà somministrare loro, almeno 3-4 volte il  mese, del cibo vivo (larve di Tenebrionidi, camole del miele, piccoli grilli, ecc.). Da non dimenticare, almeno una volta la settimana, l’utilizzo d’integratori vitaminici a base di Calcio e sali minerali. Non è necessario nutrire quotidianamente i nostri ospiti, due-tre volte la settimana saranno più che sufficienti poiché il loro metabolismo, e quindi le fasi d’assorbimento del cibo ingerito, è molto lento.

 

LA RIPRODUZIONE

In natura la stagione degli amori avviene in primavera ma ciò non toglie che allevati in stato ottimale, com’è accaduto nel mio terrario, si accoppino più volte l’anno. Quattro-cinque settimane dopo l’accoppiamento, la femmina partorisce in genere dai tre ai cinque piccoli. Nel mio caso le nascite sono avvenute nella caverna che avevo preventivamente costruito con legni di torbiera. I piccoli inizialmente li ho lasciati con i genitori, ma dopo un paio di settimane, la concorrenza alimentare con gli adulti si è rilevata pericolosa; a volte poteva capitare che gli adulti si avventassero sui piccoli, calpestandoli per raggiungere il cibo per primi. Di conseguenza ho spostato i piccoli in un “mini” terrario allestito solo per l’accrescimento. Al momento della nascita i piccoli misurano all’incirca 4-5 cm, ma poi la crescita è rapida, soprattutto se alimentati a giorni alterni per 3-4 settimane.

 

CONCLUSIONI

 Ritengo che Sceloporus malachiticus sia un rettile affascinante, sia per la livrea sia per il suo comportamento alquanto socievole. Si adatta facilmente all’allevamento in terrario, è resistente e, senza ombra di dubbio, uno dei più facili animali da riprodurre. Mi sento di consigliarlo anche per chi si avvicina per la prima volta a quel mondo meraviglioso qual è la terrariofilia.

 

Di seguito riporto una tabella indicante l’ambiente ideale per ospitare le specie di pianura e quelle tipiche di ambienti aridi.

 
Specie di pianura:

 

- Substrato di terreno frammisto a sabbia (3:1) ricoperto da ghiaia oppure corteccia di pino per mantenere l’umidità.

-   Varie rocce per arrampicarsi e per il “basking”.

-   Temperatura media da 21°C a 26°C durante il giorno, e sotto area di basking, 32°C.

-   Temperatura da 15°C a 26°C durante la notte.

-   Lampade UVB accese 12 ore il giorno.

 

Specie deserticole:

 

-   Substrato di sabbia.

-   Piante grasse.

-   Legni e rocce per arrampicarsi e per  il basking.

-   Temperatura media 26°C durante il giorno e sotto l’area di basking 37°C.

-   Temperatura da 15°C a 26°C durante la notte.

-   Lampade UVB accese 12 ore il giorno. 

 

Glossario:

 

basking: (dall’inglese “to bask”: prendere il sole). E’ proprio il modo con cui i rettili si scaldano esponendo il proprio corpo al sole o stendendosi sulle rocce calde.

 

Bibliografia:

 

Massimo Capula (1989) - Anfibi e Rettili Arnoldo Mondadori Editore, Milano : 256 pp.

Hans-Joachim Herrmann (1996) – Il tascabile degli animali da terrario Tetra, Germany: 100 pp.

Philippe de Vosjoli (1990) – The Lizards Keeper’s Handbook Advanced Vivarium Systems. Lakeside, CA 175 pp.