GLI ULULONI DAL VENTRE DI FUOCO

Esperienze con Bombina orientalis


di Domenico de Virgilio


MORFOLOGIA

Il genere Bombina Oken, 1816 è costituito da un ristretto gruppo di Anuri appartenenti alla famiglia dei Discoglossidi. Comprende sei specie, di cui due europee e le altre diffuse nell’Asia sud-orientale. Le specie ascritte sono: Bombina variegata (linnaeus, 1758) – con le sottospecie B. variegata variegata (Linnaeus, 1758), B. variegata pachypus (Bonaparte, 1838), B. variegata scabra (Kuster, 1843) – Bombina bombina (Linnaeus, 1761), Bombina orientalis (Boulenger, 1890), Bombina maxima (Boulenger, 1905).

La caratteristica più evidente di questo gruppo di “rospi” è la netta distinzione tra colorazione dorsale a funzione prettamente mimetica, variabile dal grigio al bruno al verde più o meno intenso e quella ventrale che invece varia dal giallo vivo al rosso intenso, con disegno a reticolo o a macchie, da nero a grigio-bluastro.

Le dimensioni della nostra sono decisamente medio-piccole, questi anuri presentano un corpo depresso, con capo largo e muso arrotondato. Gli occhi, sporgenti verso l’alto, hanno la pupilla a goccia o cuoriforme. Come in tutti i Discoglossidi, la lingua degli ululoni è quasi completamente saldata al pavimento della cavità boccale; perciò non può essere estroflessa per catturare la preda, che viene infatti afferrata direttamente con le mascelle, a volte con l’aiuto delle zampette anteriori.

Il tronco è relativamente breve, come pure gli arti che , più adatti al nuoto che alla deambulazione terrestre, sono visibilmente più lunghi e robusti nei maschi, soprattutto gli anteriori utilizzati nell’accoppiamento. La pelle è fittamente coperta di verruche sul dorso, tutte sormontate da minuscole punte cornee molto scure, che divengono appuntite e rilevate nei maschi durante la riproduzione. La zona ventrale al contrario è completamente liscia.

Di abitudine acquatiche o semi-acquatiche e sempre piuttosto schive, è raro che le Bombina si facciano prendere allo scoperto sul terreno. Ma proprio in questi casi un ululone, se molestato, ricorre ad un paticolare atteggiamento difensivo chiamato “unkenreflex” (dal tedesco, riflesso degli ululoni).

Esso consiste nell’inarcare il dorso sollevando i quattro arti, per mostrare all’aggressore i colori di avvertimento ventrali. Contemporaneamente le ghiandole epidermiche dell’ululone secernono una sostanza tossica, sotto forma di schiuma biancastra, fortemente irritante per le mucose e leggermente volatile: un predatore che abbia avuto la sfortuna di provarlo sulla propria lingua si guarderà bene dall’attaccare altri animali con quella colorazione. Un simile comportamento si riscontra in pochi altri Anuri ed in alcuni tritoni, tutti rigorosamente con una vivace colorazione ventrale.

Gli ululoni adulti non presentano particolari preferenza in fatto di alimentazione, cibandosi infatti di tutto ciò da poter essere ingoiato.

Il dimorfismo sessuale nelle Bombina è scarsamente evidente e per lo più riconoscibile soltanto durante il periodo riproduttivo in cui i maschi presentano, internamente agli avambracci e al primo, secondo e terzo dito delle zampe anteriori,dei cuscinetti cornei molto scuri utilizzati per trattenere la femmina durante l’amplesso.

Al di fuori del periodo riproduttivo il maschio può comunque essere identificato con una buona approssimazione dagli arti anteriori più robusti, dalla testa più larga, dalle verruche dorsali più evidenti, dai tubercoli metacarpali più grossi. L’accoppiamento avviene in acqua, come nella maggior parte degli Anuri paleartici, dove i maschi attirano le femmina con un singolare richiamo e producendo nello stesso tempo delle vibrazioni nell’acqua.

Bombina orientalis

Meglio conosciuto come l’ululone dal ventre rosso vive in un vasto areale cha va dalla Siberia alla Corea, attraversando tutta la Cina. La nostra raggiunge una lunghezza massima di circa 5 cm, la colorazione dorsale è verde sui cui spiccano delle macchie nere e lucide, che divengono strie trasversali sugli arti. Esistono esemplari in cui il bellissimo colore verde è sostituito da un bruno chiaro , sembrerebbe che ciò sia dovuto ad un polimorfismo cromatico caratteristico di alcune popolazioni.

Il ventre si presenta da arancione a rosso intenso con un disegno nero che spesso forma un labirinto. In particolari condizioni di luce/temperatura il dorso può assumere una colorazione molto scura , su cui spiccano sul dorso due macchie chiare, tale scurimento è indice di stress termico.

 

ALLESTIMENTO DEL TERRARIO

L’allestimento del terrario non presenta particolari difficoltà deve tenere conto della acquaticità delle Bombina che rende necessario un acquaterrario con una profondità al massimo di 20 cm e verso la parte emersa sarebbe meglio che raggiungesse 3-4 cm per facilitare la risalita. La zona asciutta può essere rappresentata da un semplice pezzo di sughero galleggiante o roccia sporgente; è raccomandabile nella parte sommersa sistemare della vegetazione , su cui gli ululoni amano sostare  e che costituisce un ottimo supporto per le uova. L’acqua si rileva di fondamentale importanza visto che deve essere assolutamente senza cloro, la si può declorare con prodotti specifici per acquari; sul fondo si può mettere uno strato di sabbia silicea quella comunemente usata per acquari, invece come impianto di filtraggio , se pur di piccole dimensioni i filtri rapidi a pompa vanno benissimo ,assicurano una limpidezza dell’acqua e un buon grado di igiene, in ogni caso è bene fare dei cambi parziali di acqua ogni 3-4 settimane.

 

L’ALIMENTAZIONE
Per quanto riguarda l’alimentazione la maggior parte degli ululoni accetta striscioline di cuore o di fegato, mosse con una pinzetta davanti al muso. Questo tipo di alimentazione è ovviamente povero di elementi essenziali quindi sarà opportuno integrarlo con un preparato multivitaminico almeno una volta al mese.

Il cibo migliore resta sempre il quello vivo: si possono somministrare tutti i tipi di invertebrati stando attenti alle dimensione e che no siano eccessivamente chitinosi. Cibo vivo può essere rappresentato da mosche, larve di Tenebrio molitor, Galleria mellonella, lombrichi, ecc. La cosa più importante resta comunque una dieta molto diversificata così da prevenire carenze alimentari. Mentre in estate si può anche abbondare per le quantità di insetti ai rospetti in inverno è meglio mantenersi con due somministrazioni la settimana.

 

LA RIPRODUZIONE

L’ululone orientale, si riunisce in gruppi più o meno numerosi nelle pozze di riproduzione; questo crea una forte riduzione dei territori dei maschi, che si ritrovano a pochi cm l’uno dall’altro, e che in caso di sconfinamento del territorio, esibiscono un comportamento aggressivo attaccando l’invasore. Il periodo riproduttivo inizia a maggio-giugno, ma la deposizione delle uova può protrarsi per tutto il periodo di attività annuale. I maschi non presentano sacche vocali, quindi anche il richiamo è piuttosto basso assomigliano più a dei latrati sommessi. Giunta in prossimità del maschio la femmina viene “abbracciata” in amplesso lombare e indotta a deporre le uova, man mano fecondate dal compagno all’uscita dell’apertura cloacale.

Le uova vengono deposte su sassi e rocce presenti sul fondo dei corsi d’acqua; ad ogni deposizione vengono rilasciate dalle 40 alle 70 uova. Le larve sgusciano dopo pochi giorni ed in un mese e mezzo al massimo si completa la metamorfosi; i neometamorfosati non presentano una colorazione uguale a quella dei genitori, mentre il ventre è bianco-giallastro a macchie grigie, il dorso si presenta bruno e verde oliva. Questa livrea rimane per un periodo variabile che va da un paio di mesi ad un anno e mezzo, a seconda dell’individuo.

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TEMPERATURE di allevamento per le quattro specie :

 

Specie:                      Optimum:

B. orientalis                   26° C

B. bombina                    22° C

B. variegata                   24° C

B. maxima                    18° C

 

Bibliografia:

Massimo Capula (1989) - Anfibi e Rettili

Arnoldo Mondadori Editore, Milano : 256 pp.

 

Dr. Hans-Joachim Herrmann (1996) – Il tascabile degli animali da terrario

Tetra, Germany: 100 pp.

 

F.J. Obst, K. Richter & U. Jacob (1988)  – The completely Illustrated Atlas of Reptiles and Amphibians for the terrarium  TFH Publ., Neptune City.

 

Lapini, L. (1983) - Anfibi e Rettili, C. Lorenzini Ed., Trigesim.

 

Mancini, A. (1991) – Il terrario Editoriale Olimpia, Firenze