Geco leopardino

Eublepharis macularius macularius (Blyt, 1854)  

di Davide Pezzoni

Ordine: Squamata Famiglia: Eublepharidae Genere: Eublepharis Specie: E. macularius Sottospecie: E. m. macularius

nome anglosassone: leopard gecko


Il Geco leopardino (E. macularius) è uno dei gechi più diffusi in allevamento, sia per la facile reperibilità che per la capacità di adattarsi bene alla vita in cattività. Inoltre gli incroci degli ultimi anni hanno permesso di isolare e combinare diverse mutazioni genetiche (morph), rendendo questo geco interessante anche dal punto di vista della variabilità di colori, pattern e tipologia dell’occhio.

È una specie robusta, originaria dell’area che comprende Iraq, Iran, sud Afghanistan, Pakistan e zona nord ovest dell’India.

Terrario/Temperature: Il Geco leopardino può essere allevato sia in terrario asettico che in terrario naturalistico, in entrambi i casi la sistemazione del terrario deve comprendere: una zona calda a 31°-32°C (riscaldata con cavetto o tappetino termostatati posti in modo che il geco non vi possa entrare in contatto, oppure per terrari naturalistici di dimensioni adeguate anche con spot), con tana; una zona fredda a 25-26°C con tana umida riempita di torba, sfagno o scottex tenuti costantemente ma non eccessivamente bagnati; una ciotola per l’acqua, un piccolo contenitore per il calcio carbonato in polvere, una ciotola per il cibo (non strettamente necessaria, in caso di substrato potenzialmente ingeribile può aiutare ad evitare costipazioni intestinali). Per un singolo esemplare le dimensioni minime della teca/vasca sono 40x25x20h, e pur essendo un animale prevalentemente terricolo in terrario naturalistico si possono sfruttare rami, rocce e sfondi per ricreare un ambiente dove il geco possa muoversi anche in altezza. Il substrato può essere scottex o carta paglia per il terrario asettico, oppure sabbia mista a torba o fibra di cocco per il terrario biotopo. Assolutamente da evitare la sola sabbia (specialmente quella a base di calcio), la cui ingestione in quantità elevata può addirittura portare alla morte dell’animale. Il geco leopardino può essere stabulato da solo o – se in terrario - in gruppi di adulti con un solo maschio e più femmine (da monitorare i primi giorni di convivenza per evitare problemi agli esemplari più deboli), facendo attenzione che la teca risulti adatta al numero di gechi ospitati sia come misure che come tane calde o umide (la tana umida è fondamentale per la muta del leopardino, e serve alle femmine per la deposizione).

Alimentazione/Integrazione: L’E. macularius è uno dei pochi rettili che possono essere alimentati con dieta monoinsetto a base di tarme della farina (T. molitor), ma in questo caso sono consigliate frequenti integrazioni con multivitaminici. Più adeguata una dieta varia che alterni tarme, grilli, blatte e locuste, e raramente camole del miele. Anche in questo caso il multivitaminico va somministrato, ma circa una o due volte al mese. Fondamentali le integrazioni con calcio carbonato puro che può essere lasciato a disposizione in terrario in un piccolo recipiente (comodi i tappi di bottiglia) e calcio + vitamina D3 spolverato sugli insetti una volta a settimana. Va lasciata a disposizione una ciotola dell’acqua.

Riproduzione: Per favorire la riproduzione è utile far brumare i gechi a una temperatura tra i 15° e i 20°C per circa un mese; al termine del periodo di bruma si ristabiliranno gradualmente i normali parametri di allevamento e questo stimolerà l’ovulazione nelle femmine. Una femmina non in ovulazione difficilmente accetterà il corteggiamento del maschio. E’ consigliabile riprodurre esemplari che abbiano almeno un anno di vita e pesino più di 50-55g. Dalle 2 alle 4 settimane dopo l’accoppiamento la femmina deporrà una coppia di uova, che a seconda delle temperature di incubazione potranno dare più esemplari di un sesso (90% di femmine a 28°C, 50% di maschi e 50% di femmine a 29°C, 90% di maschi a 31°C). La femmina di E. macularius ha ritenzione spermatica, questo le permette di deporre fino a 4-5 coppie di uova a distanza di due settimane una dall’altra da un solo accoppiamento. La schiusa avviene tra i 35 e i 55 giorni di incubazione, a seconda delle temperature.

C.I.T.E.S.: NO

Per ulteriori informazioni: Davide (ilsaurofelice@gmail.com). Si consiglia la lettura dell'articolo posto nella Sezione del sito "Articoli Terraristica".