Platymeris spp.

di Gianluca Covelli

Ordine: Hemiptera; Sottordine: Heteroptera; Famiglia: Reduviidae; Sottofamiglia: Reduviinae; Genere:Platymeris

 


 

Diffusione: Africa subsahariana.

Lunghezza: circa 4 cm.

Dimorfismo sessuale: riconoscere il sesso degli esemplari allo stadio adulto non è troppo complicato, i maschi si distinguono dalle femmine per l’addome leggermente più piccolo e per la capsula genitale presente nell’ultimo segmento addominale (quindi i maschi sono facilmente riconoscibili dall’ultimo segmento addominale che risulta “bombato”, a differenza delle femmine dove risulta più lineare).

Terrario: un terrario con dimensioni di 40x 40x 20h cm sarà più che sufficiente per un gruppo di 10 esemplari adulti. L’arredamento del terrario è molto semplice da realizzare, con sabbia sul fondo, qualche corteccia cava e qualche guscio di cocco da utilizzare come tana. Durante la mia esperienza d’allevamento ho provato ad inserire dei rami (che ovviamente devono essere proporzionati alla grandezza degli insetti, quindi non devono essere troppo sottili), ma questi ultimi non sono stati utilizzati quasi per niente, in quanto questi emitteri preferiscono rimanere sul fondo del terrario. Sconsiglio la convivenza degli esemplari più giovani con gli adulti, consiglio invece di allevare in terrari diversi gli esemplari di stadi diversi.

Temperatura: ad una temperatura di 28-29 °C, i platymeris diventeranno adulti in 4/5 mesi; di notte la temperatura può scendere anche di 5 °C. 

Riproduzione: la riproduzione di questi animali risulta estremamente facile se rispettati i parametri idonei di allevamento. Infatti i Platymeris, una volta diventati adulti, iniziano gli accoppiamenti. Una femmina riesce a deporre parecchie uova, le uova sono di colore nero. Queste andranno incubate ad una temperatura di 28 gradi con un umidità dell'80% circa. Un sistema che garantisce una ottima percentuale di schiusa consiste nell’incubare le uova in una scatola con qualche foro sul coperchio, utilizzando come substrato dello scottex da tenere umido. Preferisco non mettere le uova a diretto contatto con il substrato umido, per questo motivo adopero un fondo di un bicchierino da caffè di plastica tagliato, così da avere una altezza di circa 1 cm ed in modo tale da isolare le uova una volta collocate all’interno.

Alimentazione: i Platymeris sono insettivori, quindi sarà indispensabile fornire delle prede vive; essi infatti sono in grado di cacciare prede anche più grandi di loro attaccandole in gruppo. Per nutrire questi insetti potremo utilizzare blatte, grilli, locuste, camole, tarme della farina, per le neanidi invece dovremo utilizzare anche delle drosophile. Per evitare episodi di cannibalismo (possono avvenire soprattutto con esemplari ai primi stadi di vita) bisognerà alimentare gli animali 3 volte a settimana, con un numero di prede leggermente superiore a quello dei Platymeris. Inoltre sarà indispensabile un tappino con all’interno dello scottex o una spugna che andrà tenuto sempre bagnato in modo tale da permettere agli animali di bere all’occorrenza. Utilizzando questo sistema per i P. biguttatus e i P. sp. “mombo” risulterà inutile nebulizzare dato che non necessitano particolari percentuali di umidità, invece per i P. rhadamanthus che necessitano di valori di umidità leggermente più alti è necessaria anche una nebulizzazione a settimana.

Veleno: i Platymeris hanno un veleno innocuo per l’uomo, paragonabile a quello di una vespa, tuttavia le punture possono essere dolorose, e sono in grado di spruzzare il veleno a più di 40cm con molta precisione, per questo raccomando di non maneggiare questi insetti ma spostarli utilizzando delle pinze; meglio ancora l'utilizzo di occhiali protettivi così da proteggere le mucose oculari.

C.I.T.E.S.: No, libera vendita

 

Per ulteriori informazioni: Gianluca (g.covelli1992@gmail.com).