ROSPO COMUNE

Bufo bufo (Linnaeus, 1758)

nome anglosassone: Common toad

di Sandro Frisenda

CLASSE: AMPHIBIA

ORDINE: ANURA

FAMIGLIA: BUFONIDAE

GENERE: BUFO

SPECIE: B. BUFO


Descrizione

È un rospo di grande taglia, di lunghezza muso-cloaca fino a 20 cm o più. La pelle è verrucosa e sono evidenti le ghiandole parotoidi, convergenti all’indietro, nella regione nucale. Il tarso è privo di plica e i tubercoli sottoarticolari sulla faccia inferiore dei piedi sono disposti in due serie. Il colore di fondo è vario, tendente sempre verso tonalità medie di bruno, marrone, giallastro, con venature o strie ad andamento longitudinale di colore più scuro. Il maschio è di dimensioni minori, privo di sacco vocale golare, ha palmatura dei piedi più estesa, arti anteriori più robusti, e, in epoca riproduttiva, callosità nere sulle mani, che servono a trattenere meglio la femmina durante l'accoppiamento. Le femmina è di maggiori dimensioni, ha arti più gracili e manca sia delle callosità nuziali che del sacco golare. La larva alla metamorfosi misura circa 35 mm, ha ano mediano, cresta caudale dorsale non estesa al tronco, di color grigio con macchie scure, dorso di color nerastro.

Ecologia e Biologia

Di indole terricola, diventa acquatico solo durante il periodo riproduttivo svolgendo per il resto attività completamente all’asciutto nei boschi o nei campi circostanti i siti riproduttivi, in genere in aree con clima fresco e umido. Il suo ciclo biologico comprende, quindi, fasi di migrazione verso o dai siti riproduttivi. Questi sono, in genere, raccolte d’acqua ferme o poco correnti. Rispetto agli altri anuri dell’area ha più elevati limiti di tolleranza per la salinità (può riprodursi in acque fino a 15 g/l di NaCl) e per le temperature basse, per cui lo si può osservare in attività anche d’inverno. Si riproduce tra febbraio e giugno. Fondamentalmente notturno, per le fasi di attività seleziona i periodi di elevata umidità ambientale, quindi i movimenti migratori avvengono di solito durante notti piovose. Gli spostamenti migratori verso il sito riproduttivo risultano notevolmente sincroni nell'ambito della stessa popolazione, per cui si possono simultaneamente osservare in acqua numerosi esemplari. Generalmente gli animali tornano allo stesso sito riproduttivo, con maggiore fedeltà rispetto al rospo smeraldino. I maschi richiamano le femmine emettendo il caratteristico canto. Il periodo di fregola nei maschi può prolungarsi fino a un mese negli stagni più grandi, durante i quali gli animali si trattengono in acqua. L’amplesso è ascellare. La femmina depone da 4.000 a 10.000 uova disposte in un lungo cordone gelatinoso ancorato alla vegetazione sommersa. La schiusa avviene in 2-3 settimane, la metamorfosi in 2-3 mesi. La maturità sessuale è raggiunta a 2-4 anni. Carnivoro, si nutre per lo più di artropodi e lombrichi. Le larve sono onnivore. Viene predato da bisce, rapaci e vari Mammiferi. Se disturbato, la pelle emette un secreto irritante e l’animale assume una caratteristica postura di minaccia, gonfiandosi e sollevandosi sulle zampe.

Distribuzione

È diffuso in tutta Europa (con l’eccezione di alcune isole) fino all’Asia centro-occidentale e nel Bacino del Mediterraneo. In Italia è presente quasi ovunque, con l’esclusione della Sardegna e alcune isole minori. Nella Provincia di Bari è reperibile soprattutto nelle zone interne più elevate, a clima più fresco.

Conservazione

Vivendo spesso ai margini di zone agricole, può risentire della diffusione di pesticidi nell'ambiente. Un grande pericolo è costituito dal traffico automobilistico, che determina un’elevata mortalità di rospi allorquando le loro rotte migratorie incrociano strade. Non sembra minacciato dal commercio di animali. La specie non è purtroppo tutelata a livello europeo.