ASCESSO DA CONGIUNTIVITE BATTERICA IN TESTUGGINI SCATOLA (Gen. TERRAPENE)

 

di Thomas N. Tully, Jr., D.V.M., M.S.; Malcom Morris, D.V.M., M.S. and James D. Carter, D.V.M., M.S.

Articolo tratto dalla rivista "REPTILES" vol. 4, num. 9 (Settembre '96)

Traduzione a cura di Alessandro Vlora

 

La congiuntivite (irritazione oculare) è stata riscontrata in molte specie di rettili e attribuita a varie cause. La congiuntivite può trasformarsi in ascesso a causa di un trauma trascurato o continuato. Gli ascessi in iguane, tartarughe e lucertole sono un problema clinico comune e tendono ad interessare l'area sottomandibolare e le estremità. 
Fattori comunemente associati agli ascessi e alle congiuntiviti sono infezioni da herpesvirus e carenza di vitamina A. 
Molti ascessi nei rettili non coinvolgono aree vitali e sono caratterizzate da una ben definita massa pustolosa ispessita che può essere rimossa per mezzo di una semplice incisione. 
Il caso preso in esame suggerisce come gli ascessi che coinvolgono aree vitali nei rettili devono essere trattate velocemente con una terapia d'urto in maniera tale da evitare la perdita della funzioni vitali. 


IL PAZIENTE 

Un maschio adulto di tartaruga scatola (Terrapene carolina triunguis) fu portata al Veterinary Teaching Hospital and Clinic, scuola di Medicina Veterinaria presso l'Università della Louisiana. 
Il proprietario dell'animale riferì di un’anormale crescita del tessuto adiacente all'occhio destro. La tartaruga mostrava una lesione nodulare di colore rosso di circa 1cm che coinvolgeva l'angolo laterale della palpebra destra. Nessuna altra grossa anomalia si riscontrò ad un’analisi preliminare. Una coltura batterica effettuata tramite un tampone della lesione rivelò batteri bastoncellari gram negativi. Si effettuò una prima diagnosi di ascesso marginale della palpebra è, in base a ciò, si somministrò alla tartaruga 0,5ml di Vitamina A e D3 (Injacom, Roche), 0,05ml del complesso vitaminico B (B-sol, Fort Dodge), il tutto supportato dalla somministrazione di Mycitracina in crema da applicare due volte al giorno. Fu, inoltre, avvertito il proprietario di allevare la tartaruga a temperatura ambiente di 28°C per accelerarne i processi metabolici. 
La coltura batterica successivamente rivelò la presenza di Pseudomonas testoalcaligenes (P. alcaligenes) che si mostrò sensibile ad un gran numero di antibiotici, compresa la Mycitracina già prescritta. Dopo sette giorni la tartaruga si presentava con un grave gonfiore del margine della palpebra destra. La lesione iniziale si aggravò a causa del continuo sfregamento dell'occhio da parte dello stesso animale. Il margine della palpebra, quindi, fu inciso con il bisturi e raschiato in modo da ottenere una nuova coltura batterica. Una porzione del tessuto congiuntivale fu prelevato per l'esame istologico. Non fu rivelata alcuna complicazione a livello della cornea con il test a fluorescenza. 
La tartaruga fu dimessa prescrivendole una goccia di collirio (Gentocin durafilm, Shering) da applicare una volta al giorno. La zampa destra fu fasciata con Vet-wrap, 3-M per ridurre eventuali ulteriori effetti dannosi alla lesione oculare. Pseudomonas sp. fu nuovamente isolato dal tessuto infetto; nessun microrganismo fu trovato nel campione prelevato dall'occhio per l'esame batteriologico utilizzando come colorante Ematossilina-Eosina e Giemsa. 
La tartaruga fu successivamente riportata in ospedale e preparata per l'intervento chirurgico all'occhio; fu anestetizzata con isofurano (Aerane , Anaquest). Sulla congiuntiva affetta fu eseguito un "curettage" cui fecero seguito lavaggi abbondanti con una soluzione di clorexidina diacetato al 33% (Nolvasan, Fort Dodge). Nella porzione superiore destra della congiuntiva fu poi iniettata una soluzione di 0,5cc di cloramfenicolo succinato, Parke Davis. Alla tartaruga fu prescritta anche un’iniezione di 0,1ml di cloramfenicolo succinato da iniettare sotto cute ogni giorno per i sette seguenti l'intervento chirurgico. Il ricovero fu tranquillo. La tartaruga fu riportata in ospedale dopo un mese e si notò come la lesione oculare era migliorata in modo significativo. Solo il sito esatto dell'intervento tardò a risolversi completamente. Un anno dopo l'intervento nessuna anomalia fu riscontrata.


DISCUSSIONE 

Gli ascessi sono comuni in molte specie di rettili; benché la maggior parte siano facilmente curabili nel distretto periferico coinvolto, a volte, queste lesioni possono provocare crescita di tessuto in aree vitali. 
Gli ascessi dei rettili si risolvono con una lenta cicatrizzazione a causa del loro basso metabolismo.
Una tempestiva terapia d'attacco fu necessaria nel caso in questione esattamente nell'area della lesione. Procedure diagnostiche appropriate circoscrissero il problema e ne facilitarono la terapia. Iniezioni di cloramfenicolo succinato all'interno della lesione diedero risultati positivi evitando la perdita delle funzioni oculari. 
Quest'articolo, quindi, suggerisce che gli ascessi dei rettili debbano essere sottoposti ad una pronta ed accurata diagnosi.