Allevamento e Riproduzione

di Amatitlania nigrofasciata (già Cichlasoma nigrofasciatum)

 

di Orlando Mauro Petrone, foto di Domenico De Virgilio

 

Phylum: Chordata

Subphylum: Vertebrata

Superclasse: Gnathostomata

Classe: Actinopterygii

Sottoclasse: Neopterygii

Ordine: Perciformes

Sottordine: Labroidei

Famiglia: Cichlidae

Sottofamiglia: Cichlasomatinae

Sinonimi: Helastoma nigrofasciatum


Aspetto: Il corpo, tozzo e massiccio, è leggermente compresso lateralmente. La colorazione di fondo è grigio-bluastra e 8-9 bande trasversali striano il corpo dalla pinna dorsale sino al basso ventre. Gli ultimi raggi delle pinne dorsali ed anali si prolungano maggiormente nel maschio. Tutte le pinne hanno una tinta oscillante dal verde bluastro al grigio chiaro. I maschi vecchi presentano una leggera gibbosità frontale. Attraverso pazienti selezioni si è ottenuta la varietà rosata priva di striature. Le femmine si distinguono da alcuni riflessi arancione - dorati visibili nella regione addominale.

Maschio di H. nigrofasciatum

Generalità e Riproduzione: Amatitlania nigrofasciata, in passato Cichlasoma nigrofasciatum (GÙNTHER, 1869), è un ciclide originario del Sudamerica.            

Non è un pesce indicato per l'acquario di comunità, anzi per allevarlo al meglio e ottenere i migliori risultati nella riproduzione è preferibile allevarlo in vasche dedicate alla sola specie. In un acquario da almeno 50 litri potremo allevare senza problemi una coppia.

Fasi del corteggiamento

I valori fisico-chimici dell'acqua consigliati sono: pH neutro e media durezza. Per l'arredamento vanno bene legni, pietre e una fitta vegetazione. Bisognerà prediligere piante non molto delicate e con un impianto radicale molto ben sviluppato in quanto questi pesci hanno il vizio, durante la riproduzione, di scavare buche scalzando le piante. Per ovviare a questo inconveniente basterà semplicemente predisporre un angolo dell'acquario senza piante ove i pesci, molto presto, andranno a scavare fino a raggiungere il vetro di fondo dove deporranno le uova. La deposizione avviene di giorno, solitamente nella mattinata o nel primo pomeriggio. Dopo la deposizione la femmina provvederà alla cura delle uova (dalle 100 alle 150) tenendo a debita distanza il maschio, a cui è affidata la difesa del territorio. Dopo 3-4 giorni si assisterà alla schiusa delle uova con la relativa fuoriuscita degli avannotti, che verranno immediatamente spostati dai genitori in un altro luogo dove verranno da questi assiduamente controllati e difesi. Nel caso di riproduttori alla prima esperienza potrebbe accadere che gli avannotti vengano mangiati, ma non ci si deve demoralizzare, difatti dopo circa 15 gg. si potrà assistere a una nuova deposizione, che sicuramente verrà portata a buon fine. Inizialmente gli avannotti vanno nutriti con mangime liquido per ovipari o con naupli di artemia salina appena schiusi. Quando si vedranno gli avannotti nuotare, si potranno nutrire o con artemie saline o con un pastone che otterremo mescolando in un contenitore mangime in polvere, mangime in scaglie, qualche goccia di vitamine e mangime liquido fino ad ottenere un composto omogeneo (dalla consistenza della plastilina) che potrà essere conservato in frigo (è molto importante non aggiungere acqua durante la preparazione del pastone in quanto questa ne pregiudicherebbe la conservazione).

Una o due volte al giorno somministreremo questo mangime prelevandone una piccola dose sciogliendola in un po' di acqua. Tramite un tubicino collegato ad una siringa potremo nutrire direttamente agli avannotti. Quando gli avannotti avranno raggiunto i 7-8 mm, si potranno somministrare anche uova di aragosta surgelate, mentre quando avranno raggiunto il centimetro, potranno già essere nutriti con cibo in scaglie sbriciolato. Con questo sistema i piccoli, già dopo 2-3 mesi, avranno raggiunto una lunghezza di 2.5-3 cm.
Unica precauzione da attuare durante la riproduzione è quella di controllare giornalmente l'evoluzione del rapporto maschio - femmina.

Piccoli di H. nigrofasciatum

Accade talvolta che il maschio, durante le cure parentali, voglia riaccoppiarsi contro il volere della femmina che non è ancora pronta con la conseguenza che la femmina costretta a nascondersi per evitarne l'aggressività. Solitamente la situazione evolve positivamente, ma se la vasca non dispone di abbondanti nascondigli e vegetazione, la femmina rischia di essere uccisa. Pertanto se dopo 2 o 3 giorni al massimo la situazione non si normalizza, conviene spostare il maschio in una vasca a parte per poi reintrodurlo dopo circa una settimana. Tutto considerato questo pesce è consigliabile a tutti per la sua robustezza e adattabilità, oltre che per la sua elevata resistenza alle malattie e per la sua facilità di riproduzione, molto istruttiva per chi è alle prime armi.