VIPERA COMUNE

Vipera aspis (Linnaeus, 1758)

nome anglosassone: Asp viper

di Francesco Trimigliozzi


CLASSE: REPTILIA

ORDINE: SQUAMATA

SOTTORDINE: SERPENTES

FAMIGLIA: VIPERIDAE

GENERE: VIPERA

SPECIE: V. ASPIS

 

Descrizione

Serpente di dimensioni medio-piccole, con corpo tozzo che non supera 80 cm di lunghezza totale. È facilmente distinguibile per il capo subtriangolare con apice del muso rivolto all’insù, placche cefaliche molto piccole e due file di squame tra le squame sopralabiali e l’occhio, con pupilla ellittica.

Il dorso reca squame nettamente carenate e la coda è corta, solo 1/9 della lunghezza totale. La colorazione di fondo varia da grigio chiaro a marrone più o meno scuro e l’ornamentazione dorsale e dei fianchi è costituita da una serie di macchie ocellari scure dal marcato contorno, che sul dorso si uniscono tra loro a formare una banda dall’andamento sinuoso, molto elegante.

 

Il capo presenta macchiette di varia forma e vistose bande occipitali oblique, spesso unite alle bande postoculari. La coda è colorata inferiormente di giallo-arancione. Il maschio in genere è più piccolo della femmina, ha coda più lunga e livrea più brillante. Il giovane non differisce per livrea dall’adulto.

Ecologia e Biologia

La vipera frequenta una grande quantità di ambienti transizionali, come arbusteti, radure nei boschi, siepi, margini di coltivi, rive e così via, purché siano assolati e tranquilli, non disturbati dall’uomo. Di solito è diurna ma se la temperatura ambiente diventa troppo elevata concentra l’attività al matttino e al tramonto, potendo anche diventare notturna. È abbastanza lenta e poco agile ed è estremamente fedele al suo spazio vitale, spesso di poche decine di metri. Se le risorse sono abbondanti non vi sono comportamenti territoriali, per cui gli spazi vitali di più individui si sovrappongono e molti esemplari possono coesistere in pochi metri quadri. La vita latente, dalla fine di ottobre-novembre a febbraio-marzo, si svolge in tane profonde 20-25 cm alla temperatura di 7-8 °C. I maschi terminano il letargo 15 giorni prima delle femmine e si affrontano in duelli rituali, incruenti, in cui si sollevano con le parti anteriori del corpo ed effettuano sincronizzati “balletti”. L’accoppiamento dura circa due ore. Un secondo periodo di accoppiamenti può aver luogo in autunno e in questo caso la femmina conserva gli spermatozoi vitali sino alla primavera successiva, utilizzandoli per fecondare gli ovuli. La vipera è vivipara e la gestazione dura circa dieci settimane. Le femmine gravide inizialmente si alimentano senza sosta, per poi cessare di alimentarsi dalla sesta-settima settimana sino al momento del parto, che di norma avviene dalla metà di agosto alla metà di settembre. L’esigenza primaria di mantenere la temperatura corporea a livelli tali da permettere il regolare accrescimento degli embrioni costringe le gestanti ad una continua azione di termoregolazione che, in zone con folta vegetazione, le porta ad arrampicarsi su arbusti e piccoli alberi. I piccoli, di solito da 5 a 9, ma possono raggiungere anche il numero di 22, misurano alla nascita 14-24 cm. Solo pochi esemplari per nidiata riescono a raggiungere l’età riproduttiva a quattro-cinque anni. La vipera è un predatore che uccide le prede grazie a un veleno ad azione proteolitica, coagulante, emolitica e neurotossica, prodotto dalle ghiandole velenifere e iniettato attraverso le zanne canalicolate mobili poste sull’osso mascellare, capace di ruotare. La vipera è l’unico serpente nostrano il cui veleno è pericoloso per l’uomo, ma la piccola quantità iniettata con un morso in una persona adulta in buone condizioni di salute non è normalmente sufficiente a causarne la morte, ma spesso solo lesioni locali, curabili con l’uso di farmaci o del siero antivipera. I piccoli predano insetti e lucertole, gli adulti per lo più piccoli mammiferi. La vipera è predata da molti mammiferi carnivori, cinghiali, uccelli rapaci e galliformi.

Distribuzione

È presente in Europa centrooccidentale e meridionale. In Italia è presente ovunque, tranne che in Sardegna. In Puglia ne sono note due sottospecie, di cui in Provincia di Bari vi è solo V.a.hugyi. Sino a pochi anni fa l’areale distributivo si estendeva sui contrafforti della Murgia da Monopoli, Selva di Fasano a Minervino Murge, oggi è ormai estremamente delimitato in sempre più piccole popolazioni isolate tra loro, site in biotopi di limitata estensione ai margini delle zone coltivate.

Conservazione

L’antipatia per questi animali è tale che nell’immaginario collettivo, coadiuvato spesso dai mezzi di informazione, si associa regolarmente la vipera a situazioni di degrado ambientale: in realtà è vero proprio il contrario. Per le sue peculiari caratteristiche di abitudinarietà, eliofilia, necessità alimentari, scarsa agilità e lentezza nei movimenti, unite alla ornamentazione aposematica che la rende più vistosa che mimetica, la vipera può vivere solo in habitat naturali ed intatti, ove esistano ancora delle condizioni minime di equilibrio biologico, caratterizzati soprattutto dalla mancanza della presenza dell’uomo, dove, peraltro deve già difendersi dai suoi non pochi predatori naturali. La tendenza degli animali di una popolazione a concentrarsi in pochi metri quadri facilita lo sterminio da parte di cacciatori, pastori, contadini etc., etc. La vipera normalmente non morde che in casi eccezionali, per difesa, di solito se calpestata, ma all’offesa spesso preferisce la ritirata. In caso di morso, si deve mantenere la calma, immobilizzare la parte morsa con fasce e stecche cercando di farla sanguinare e recarsi senza troppa fretta in cerca di assistenza medica. Malgrado la mitezza dimostrata tuttavia la vipera viene facilmente e regolarmente uccisa. Negli ultimi anni è cresciuta molto la richiesta terraristica, per cui la specie viene fatta segno di raccolte indiscriminate, sebbene sia protetta in base alla Convenzione di Berna.