PTYCHOZOON E L'ARTE DI VOLARE

 

di Alessandro Vlora

 

Articolo pubblicato sulla rivista Repti Magazine n°10 (1997)

 

Nonostante l'evoluzione abbia premiato con la capacità di volare solo una classe di Vertebrati, gli Uccelli, alcuni rettili hanno modificato il loro corpo in modo tale da simulare un volo paracadutato. Questo è il caso dei gechi volanti del genere Ptychozoon, singolari geconidi arboricoli delle foreste dell'Asia sudorientale e della Penisola malese.

Il geco volante possiede un corpo compresso con caratteristiche espansioni dermiche ai lati del corpo, degli arti e della coda; persino le zampe sono dotate di membrane interdigitali che collegano le cinque dita in una struttura particolarmente slargata da cui sporgono robuste unghia. Al contrario di quanto possibile per alcuni agamidi del genere Draco, Ptychozoon non è in grado di distendere mediante muscolatura volontaria queste pliche cutanee che si rivelano comunque efficaci per aumentare l'area superficiale, rallentare la velocità di caduta e fornire anche una certa direzionalità al volo.

In caso di pericolo, infatti, il geco sfrutta la sua capacità di "volare" o, per meglio dire, di "cadere" paracadutandosi da un albero all'altro in pochi istanti.

Le specie più frequentemente importate sono due: P. lionotum Annandale, 1905 e P. kuhli Stejneger, 1902 distinguibile dal precedente per la presenza di tubercoli a livello dorsale (Seufer, 1991).

Per quanto riguarda la determinazione del sesso, il maschio si riconosce per la presenza di una evidente serie di pori preanali, di un rigonfiamento alla base della coda che contiene gli emipeni e di due piccoli lembi cutanei a livello cloacale.

La capacità di cambiare tonalità di colore permette un efficace camuffamento con l'ambiente circostante.

 

ALLEVAMENTO IN TERRARIO

Anche se di "bellezza" tutta particolare, il geco volante può essere considerato una specie allevabile in terrario senza grosse difficoltà.

Necessita di un ampio terrario, opportunamente arredato con rami, sugheri e cortecce privi di spigoli taglienti disposti in modo tale da assicurare indispensabili nascondigli. L'utilizzo di torba come substrato si dimostra utile per coltivare delle piante e per conservare l'ambiente umido soprattutto di notte; l'umidità è un parametro essenziale per il corretto allevamento: per questo motivo è consigliabile vaporizzare abbondantemente poco dopo lo spegnimento delle luci, magari attraverso un nebulizzatore collegato ad un timer. Di conseguenza, per evitare di rendere troppo secco l'ambiente, è preferibile collocare l'impianto di illuminazione all'esterno del terrario dotandolo di neon di moderato wattaggio; ho personalmente sperimentato come l'uso di due neon, uno a luce solare, da accendere di giorno, e uno a luce azzurra, da accendere singolarmente nel pomeriggio, aumenti notevolmente le ore di attività degli animali, di regola mobili solo di notte, favorendone l'osservazione ed un adeguato fotoperiodo. I gechi volanti sono animali sciafili che non tollerano la forte illuminazione e si trovano a loro agio in ambienti con luce tenue, filtrata da abbondante vegetazione. Un altro fattore importante è la ventilazione: aria stagnante ed ambiente umido favoriscono l'insorgenza di problemi respiratori e affezioni funginee, un ambiente troppo arido impedisce, invece, una muta regolare.

La temperatura del terrario deve essere prossima ai 28-30°C, tranne nelle ore notturne, dove è opportuna una riduzione sino a 22-24°C. Per il riscaldamento utilizzo un tappetino riscaldante (collegato ad un termostato) disposto verticalmente all'esterno della parete posteriore del terrario, che consiglio di cristallo. Il cristallo è da preferirsi al legno per un duplice motivo: possiede maggiore resistenza all'umidità e soprattutto evita di provocare ferite facilmente infettabili alle delicate membrane interdigitali, sempre possibili con eventuali desquamature del legno.

Anche se nei primi tempi piuttosto schivo e timoroso, Ptychozoon non tarda ad abituarsi divenendo, dopo qualche mese, così fiducioso da poter persino essere imboccato. La dieta consiste essenzialmente di Artropodi, da variare il più possibile: grilli, camole del miele e tarme della farina devono essere sempre disponibili all'allevatore. Si adoperi un integratore di sali minerali e Calcio con parsimonia dato che, in animali notturni, un eventuale sovradosaggio può causare dei problemi.

 

RIPRODUZIONE

La riproduzione, in cattività, avviene durante tutto l'arco dell'anno; le femmine depongono una coppia di uova sferoidali (a volte solo uno) con guscio rigido particolarmente fragile e di colore biancastro. Le uova, poste in incubatrice a 28°C, si schiudono dopo circa due mesi.

E' preferibile, come per molte altre specie, allevare separatamente i neonati in piccoli terrari "nursery" privi di substrato che possa essere ingerito con il cibo, provvisti di una vaschetta poco profonda contenente acqua (ottimi i coperchi delle capsule Petri) e di un pezzo di sughero come nascondiglio. Se allevati senza alcun rifugio a disposizione e con luce intensa i piccoli smettono di nutrirsi e si lasciano morire.

 

CONCLUSIONI

Sebbene ancor oggi difficilmente reperibile sul mercato, il geco volante si rivela in terrario una interessantissima quanto enigmatica creatura che non potrà non riservare piacevoli sorprese all'attento erpetofilo.

 

 

BIBLIOGRAFIA

Kluge A.G. (1993) - Gekkonoid Lizard Taxonomy. International Gecko Society, San Diego, California (U.S.A.).

Obst F.J., Richter K. & Jacob U. (19  ) - Atlas of Reptiles & Amphibians for the terrarium. TFH Publications, Inc., Neptune City (U.S.A.).

Seufer H. (1991) - Keeping and Breeding Geckos. TFH Publications, Inc., Neptune City (U.S.A.).